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Collegiata S. Ippolisto

La facciata della Collegiata di S. Ippolisto ad Atripalda La torre campanaria della Collegiata di S. Ippolisto ad Atripalda Si tratta di un notevole edificio religioso, elevato a collegiata nel 1598, il cui aspetto attuale si deve ad un profondo restauro effettuato nel 1852. Danneggiato dal terremoto del 1980, ha subito un ulteriore restauro. La chiesa è preceduta da un'ampia scalinata. La facciata presenta tre portali. All'interno insistono tre navate, con tufi e stucchi posti durante il restauro ottocentesco, che ricoprono delle colonne romaniche in pietra viva, rivelate da recenti sondaggi.

Bello l'altare in stile barocco, alle cui spalle si ammira il "Martirio di San Ippolisto", dipinto da Nicola Volpe (1852). Di rilievo il "Martirio del levita Romolo", un affresco risalente al XIII secolo.

E' possibile ammirare gli affreschi di Michele Ricciardi (1728) in pessimo stato di conservazione.

Sino al 1585, su di una lapide murata sull'arco della porta, si leggeva:

“HIC IACENT NONNULLA CORPORA SANCTORUM, QUORUM NO-
MINA INTUS DESCRIBUNTUR, QUAE MATRONAE ABELLINENSES,
PIE TATE COACTAE, SEPELIERUNT”.

La cripta della chiesa fa parte dell'originario "Specus Martyrum", catacomba (coemeterium) paleocristiana, su cui si edificò l'impianto. La cripta presenta volte schiacciate e colonnine tortili in stile romanico.

Lo Specus Martyrum su cui venne edificata la Collegiata di S.Ippolisto ad Atripalda La lapide relativa allo Specus Martyrum ad Atripalda Nella catacomba, all'interno della cappella del tesoro, vennero seppellite, chiuse in urne di bronzo dorate e busti, nel IV secolo, le reliquie di diciannove martiri cristiani vittime delle persecuzione sotto l'imperatore Diocleziano (304-312 D.C.). In due cappelle distinte, si trovano i sepolcri di S. Ippolisto, nonchè di S. Sabino e il suo diacono S. Romolo.

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