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Castello

Una porzione delle mura del Castello Le pietre delle mura del CastelloCome abbiamo già spiegato trattando della storia di Forino, le lotte intestine tra i Longobardi vennero interrotte da Ludovico II, che, nell'849, decretò la scissione dal Ducato di Benevento, che, ridotto, rimase a Radelchi, di quello di Salerno, che andò a Siconolfo (in cui furono comprese Forino, Solofra e Montoro).

La linea di demarcazione tra il Principato di Benevento e quello di Salerno, come risulta da atti dell'869, andava dal sito detto Fenestrelle, alle pendici del Monte Falieso presso forino, fino ai Pellegrini, che lo Scandone individuò tra Aiello e Serino. Il ruolo di confine attribuito a Forino ne accrebbe l'importanza, tanto da determinare il sorgere del "Castaldatum Furini", un distretto militare, che portò al rafforzamento del fortilizio difensivo creato dai Bizantini, che divenne un vero e proprio castello, presidiato da un adeguato contingente di soldati.

La contiguità visiva con il Castello del Gastaldato di Rota permetteva di tenere sotto controllo ogni movimento "sospetto" e di prevenire eventuali attacchi improvvisi dal Principato di Benevento. Si trattava di una struttura difensiva circolare, a cui si accedeva tramite una sola porta, visto che la presenza di burroni rendeva oltremodo difficoltosa la conquista e quindi facilitava la difesa. La torre di osservazione è ancora in parte esistente.

Per raggiungere i ruderi del Castello, occorre lasciarsi alle spalle il borgo medioevale ed inerpicarsi per un sentiero a tornanti in salita, lungo cui si ergono delle conifere. A tal punto, cani randagi permettendo ..., si raggiunge il Mastio, ancora ben conservato, che trovandosi nel punto più alto della montagna, detto di S. Nicola per la presenza dell'omonimo Santuario, costituiva uno strategico punto di osservazione su tutta la valle sottostante, e nei giorni in cui il cielo è limpido, permette persino di allungare lo sguardo fino al Mar Tirreno (Golfo di Salerno).

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