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Brigantaggio

La storiografia ufficiale, legata alla necessità di esaltare gli ideali unitari dell'Italia "piemontesizzata", svilì il fenomeno del brigantaggio, evidenziandone solo il carattere di "banditismo", dimenticando, anzi, volutamente nascondendo, l'effettiva "realtà" del fenomeno, sostanzialmente svincolato da un disegno politico unitario.

In realtà, si trattò di un fenomeno alquanto disomogeneo, sia spazialmente (i briganti irpini avevano caratteristiche differenti da quelli di altre aree) che temporalmente (il brigantaggio dei primi anni presentava connotazioni differenti rispetto a quello degli ultimi anni). Tale più accorta lettura del fenomeno deriva già dalla sola considerazione del dato numerico rappresentato dai 120000 soldati inviati nel Mezzogiorno per fronteggiare il brigantaggio.

In buona sostanza, salvo esigue e brutali eccezioni, rappresentate cioè da veri delinquenti, spietati assassini e violentatori, la massa dei "briganti" era rappresentata da disgraziati, da poveracci che vivevano alle soglie della sussistenza e che si erano sentiti traditi dalle promesse ricevute da Garibaldi prima e dai Piemontesi poi: i privilegi erano rimasti nelle mani delle poche famiglie ex feudatarie (o di nuove famiglie che ne avevano preso il posto) e delle Municipalità, le quali non avevano parcellizzato le terre distribuendole ai contadini, i quali, pertanto, avevano visto di fatto peggiorare le loro condizioni di vita (vigendo i diritti feudali, almeno, vantavano "diritti d'uso" delle terre).

L'esasperazione che colse tantissimi fu, per quanto detto, assolutamente comprensibile, visto che, come felicemente si espresse Franco Molfese, a quella massa di diseredati non venne offerta altra alternativa che "vivere in ginocchio o morire in piedi", cioè vivere di stenti da contadini o morire fucilati come briganti dopo essere stati catturati.

Il fenomeno del brigantaggio interessò anche Morra, la quale tuttavia non svolse un ruolo preminente, probabilmente per la mancanza di vaste distese boschive che potessero fungere da riparo per i banditi. Tuttavia, le campagne morresi vennero interessate dalle azioni delle bande di briganti, che rifugiatesi nei boschi dei comuni limitrofi, da questi prendevano le mosse per le loro azioni.

Chi volesse approfondire il tema, può leggere "Il brigantaggio postunitario nella Morra di Francesco De Sanctis, di Luigi Del Priore e Celestino Grassi, pubblicata a cura dell'Amministrazione Comunale di Morra De Sanctis nel 2000.

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