Salta al contenuto[S]

Il sito è accessibile ad ogni browser o strumento che consenta di navigare sul web. Tuttavia, per godere della migliore esperienza di navigazione, occorre scaricare un browser più aggiornato, compatibile con gli standard web.

[H]Home [M]Missione [P]Mappa [A]Aiuto [N]Novità [C]Contatti [R]Cerca
Sei qui:  Home > Elenco dei Comuni dell'Irpinia > Nusco > Sant'Amato: Vita

Sant'Amato: Vita

Nel corso dei secoli, Sant'Amato da Nusco ha formato oggetto di tantissimi lavori, magistralmente sintetizzati da Gennaro Passaro nella sua "Bibliografia storica ragionata su Sant'Amato da Nusco", edito nel 1993 dalla Poligrafica Irpina di Nusco.

I vari lavori indicati sono accomunati dalla sistematica introduzione di errori di traduzione ed interpretazione dei due primi documenti noti in cui si parla del Santo, i quali errori o cattive interpretazioni sono stati fortunatamente gradualmente corretti dagli autori successivi, i quali, purtroppo, talvolta, ne hanno introdotti di propri. Ciò spiega la fondamentale importanza rivestita dalla Chartula iudicati (1093) e dal Diptychon del Liber Confratum (fine XI secolo). A tali due documenti originari va affiancato un accorto lavoro di Francesco De Ponte, l'Offitium, risalente al 1543.

La vita di Sant'Amato venne descritta dettagliatamente dal citato Francisco De Ponte.

Amato nacque a Nusco all'inizio dell'XI secolo, si ritiene nel 1004 (anche se altre fonti indicano il 997), da ricca famiglia. Le ottime condizioni economiche familiari gli consentirono la migliore educazione, sia culturale che religiosa (fu devoto di Santo Stefano).

Cajetano De Arco scrisse che, divenuto sacerdote, fu nominato arciprete della chiesa Madre, in virtù delle sue doti umane e religiose. La sua autorevolezza indusse l'Arcivescovo di Salerno a nominare Amato Vescovo di Nusco, alla presenza dei suoi concittadini festanti, ed, ovviamente, previo benestare necessario del "Dominus Terrae".

Il Vescovo Amato si prodigò per abbellire il suo paese natale, adoperandosi per la riedificazione della Cattedrale di S. Stefano e per la realizzazione di altre opere religiose, come l'Episcopio, la chiesa di S. Leone, un piccolo edificio religioso dove Amato amava pregare, la chiesa della Madonna di Fontigliano con l'annessa Badia che affidò all'ordine dei padri benedettini cassinesi ed altri edifici religiosi fuori del territorio di Nusco.

Coll'approssimarsi della morte, avvenuta il 30 settembre 1093, lasciò in eredità tutto il suo cospicuo patrimonio alla Cattedrale di Nusco.

Il culto di Sant'Amato, venerato sin dalla morte, venne alimentato da vari miracoli, di cui il De Ponte ne elencò ben sedici, di cui uno avvenne quando Amato era ancora vivo (acqua tramutata in vino).

Torna a Nusco