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"Fuuc acost"

In molti paesi dell'Irpinia si era soliti utilizzare le zucche "non ben riuscite", svuotandole e praticando due buchi in corrispondenza degli occhi ed altri due in corrispondenza del naso e della bocca. In tali zucche bucherellate venivano inserite delle candele, tanto che sembrava di vedere dei teschi illuminati.

Si tratta di un'usanza assai antica, praticata sin da un remoto passato anche ad Orsara, come affermano i più anziani, i quali ricordano che ogni Vigilia di Tutti i Santi, i loro nonni predisponevano le "Cocc' du priatorjie" o "Cocce priatorje", cioè le zucche bucherellate, e le mettevano alle finestre lungo le strade di Orsara, ai cui angoli e nelle cui piazze venivano accesi dei grandi falò con rami di ginestre.

La festa che si svolge nella notte che precede il 2 novembre, prendeva il nome di "Fuuc acost" e nella sostanza, altro non è che la celebre festa americana di Halloween, tanto da far ritenere che essa sia stata esportata negli Stati Uniti da emigranti di queste zone, se non addirittura Orsaresi.

Ancora oggi gli Orsaresi sono fedeli alla tradizione che vuole che nella notte che precede il 2 Novembre i defunti facciano ritorno sulla terra e si aggirino nelle strade.

La luce ed i crepitii dei rami di ginestra che bruciano nei grandi falò, terrebbero lontani tali anime vaganti e le faville incandescenti che si sollevano verso il Cielo aiuterebbero le anime vaganti a farvi ritorno.

Tale ascesa verso il Cielo, però, avverrebbe solo dopo che le anime si siano rifocillate, cibandosi di quanto loro lasciato, agli angoli delle strade (vassoi di dolci e vino), dagli Orsaresi, che ancora oggi perpetuano la tradizione ritrovandosi insieme davanti ai falò, cibandosi del cibo preparato sulle braci dei falò ormai spenti, mentre i più anziani continuano a narrare ai bambini vestiti in vario modo (fantasma, strega, scheletro), al caldo del fuoco dei camini, il ritorno dei morti.

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