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Storia

Il territorio di Ariano Irpino risulta già abitato in epoca preistorica, come dimostrano i resti di un villaggio di capanne rinvenuti in località Starza, su una collina esaurita dall'estrazione del gesso, lungo la Strada Statale 90 bis, che conduce da Benevento a Foggia.

Nel sito preistorico della Starza gli scavi effettuati hanno delineato una stratificazione che partendo dal Neolitico, V millennio A.C. (resti di un villaggio di capanne), giunge fino al VI-V secolo A.C., anche se la documentazione migliore è relativa al Bronzo Medio (XVII-XVI secolo A.C.). Inoltre, i reperti di manufatti litici e ceramici, esposti nel Museo Irpino di Avellino e nel Museo archeologico di Ariano, ospitato nel Palazzo Anzani, dimostrano la frequentazione del sito anche in tempi successivi, fino all'età del Ferro.

Un'immagine dei capannoni che sovrastano gli scavi archeologici di Aequum Tuticum in Contrada S. Eleuterio a 8 km dal centro di Ariano Irpino In località S. Eleuterio, ad otto chilometri a nord-est da Ariano Irpino, si trovano le rovine hirpine, VI secolo A.C., romane e medioevali di Aequum Tuticum (o anche Equus Tuticus o Equotuticus), città, la cui prima citazione si deve a Cicerone, ubicata lungo la Via Appia Traiana, all'incrocio con la Via Herculia.

Gli scavi archeologici hanno portato alla luce i resti un edificio termale e di abitazioni ed iscrizioni latine di età imperiale, di una villa tardo-antica ed un insediamento abitativo medioevale.

I reperti archeologici ritrovati si possono ammirare presso il Museo archeologico di Ariano Irpino.

Aequum Tuticum perse gradualmente importanza, fino a finire nel dimenticatoio a seguito delle invasioni barbariche.

La colonna sormontata da una croce longobarda ai piedi del castello di Ariano Irpino Una torre circolare del castello di Ariano Irpino Le aspre guerre tra Goti, Bizantini e Longobardi (che eressero la Croce che si vede nell'immagine sulla sinistra), indussero i locali ad abbandonare il sito per trovare rifugio sui tre colli circostanti (Calvario, Castello e S. Bartolomeo), originando l'attuale paese, perciò noto come "La Città del Tricolle".

La storia di Ariano venne funestata da eventi drammatici, quali drammatici terremoti (981, 988, 1449, 1456, 1732) e pestilenze (1416, 1493, 1656).

Il X secolo segna l'affermazione del dominio longobardo, ma il periodo di massimo splendore lo si ha sotto i Normanni (1042), con Ariano al centro di una vasta Contea che comprendeva buona parte del Sannio e l'Irpinia. Dall'XI secolo, Ariano fu sede vescovile. Nel 1140, Ruggero II il Normanno, Re delle Due Sicilie, riunì proprio ad Ariano il primo parlamento generale dei Normanni e discusse i suoi propositi all'assemblea, che comprendeva le più alte personalità e dei vescovi del Regno. Inoltre, qui vennero promulgate, durante le "Assise di Ariano", le prime leggi del Regno normanno, tra cui un editto che contemplava pene pecuniarie e capitali per qualunque suddito che avesse accettato l'antica moneta, detta romesina, o l'avesse spesa nei mercati. Al suo posto, venne introdotta una nuova moneta, il "Ducato", che ebbe corso legale fino al 1860.

Vennero poi gli assedi dell'imperatore Arrigo (1187) e quello dei Saraceni reclutati da Manfredi di Svevia (1255). Questi devastarono e saccheggiarono Ariano perchè aveva accolto l'esercito inviato contro Manfredi da Papa Innocenzo IV.

La ricostruzione si deve a Carlo d'Angiò, che fece dono ad Ariano di due spine della corona di Gesù, ricevute da S. Luigi, Re di Francia. Carlo I donò Ariano al conte francese Enrico de Vaudemont, poi ai de Sabran (di cui fanno parte S. Elziario e la beata Delfina, due dei quattro Patroni di Ariano). Fu poi la volta di Francesco Sforza, futuro Duca di Milano, dei Guevara, De Rohan, Carafa e Gonzaga ed i Loffredo.

Nel 1585 Ariano si riscattò dal regime feudale dei Loffredo sborsando 75150 ducati. Nel 1647 Ariano subì un assedio e fu saccheggiato dalle truppe napoletane durante l'insurrezione antispagnola, a causa della sua fedeltà alla Spagna e a partire dal 1662 dipese direttamente dal Vicerè del Regno di Napoli, in quanto città regia.

Nel 1738 gli arianesi, oppressi da insopportabili balzelli, si rivoltarono e si armarono, ma vennero sconfitti dalle truppe regie, che catturarono e uccisero i capi degli insorti.

Durante il XVIII secolo Ariano, oltre ad essere un attivo centro agricolo e commerciale, era la prima cittadina dell'Irpinia per numero di abitanti.

I patrioti arianesi presero parte ai moti carbonari del 1820-21. Il 4 settembre del 1860 Ariano si rese protagonista di un moto reazionario.

Dopo l'unificazione italiana, Ariano e le aree limitrofe furono soggette al fenomeno del brigantaggio.

Tra gli uomini illustri a cui Ariano Irpino ha dato i natali ricordiamo Ferrante Gonzaga, guerriero ricordato dal Tasso, Marco Antonio Caccabò, illustre medico del XVI secolo, Gaspare Angeriano, poeta del XVI secolo, Isidoro Bevere, pittore e generale dei Benedettini, Flavio Pirelli, ministro nella Repubblica Partenopea, Nicolò Intonti, ministro dell'interno, destituito e carcerato da Ferdinando II perchè sospetto liberale, Nicolò Ciccarelli, teologo e poeta, Pietro Paolo Parzanese, poeta, a cui è dedicata la statua ubicata nella villa comunale che cinge il castello.

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