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Altre Chiese

Chiesa dell'Immacolata Concezione

Per la realizzazione della Chiesa dell'Immacolata Concezione, sul poggio di S. Biagio, occorsero quattro anni dal 1710 al 1714 (la prima messa venne celebrata il 9 aprile 1714 da Padre D. Giovanni Barrata). I lavori effettuati a seguito del terremoto del 1733 determinarono l'ingrandimento della struttura, che divenne a tre navate. Presso la Chiesa venne creata l'Arciconfraternita dell'Immacolata Concezione, il che spiega l'impiego della struttura per le sepolture dei defunti, a partire dal 1840. Il sisma del 23 novembre 1980 arrecò tali danni all'edificio religioso, che fu necessario procedere alla sua ricostruzione, anche se, per fortuna, rimasero in piedi la facciata, il portale d'ingresso principale in pietra e quelli laterali. All'interno, si segnalano l'altare ligneo (tiglio) in stile barocco prodotto tra 1740 e il 1747 dal calitrano Mastro Baldassarre Abbate, che presenta nella nicchia centrale la statua dell'Immacolata Concezione (1734) e nelle nicchie laterali le statue di S. Filippo Neri e S. Giuseppe, la statua di S. Vito (XVII secolo), ed, infine, la "Banca" del XVIII secolo, realizzata in legno di noce, su cui si accomodano l'officiante le funzioni religiose ed i suoi collaboratori. Nella Cripta della Chiesa è ospitata una "Mostra degli oggetti sacri", tra cui ricordiamo gli antichi candelabri in ottone, reliquie di Santi, statue di scuola napoletana (XVIII secolo), i vecchi e logori arredi d'altare, i vecchi camici, la cassetta utilizzata per le votazioni dell'Arciconfraternita e tante altre cose interessanti.

Chiesetta della Madonna della Foresta

Si tratta di un caratteristico piccolo edificio religioso rurale che venne realizzato, nel XVIII secolo, in località Sambuco, in posizione panoramica sulla valle del Torrente Orato, sulle colline coperte dal Bosco del Cardinale. La ragione della sua edificazione si riallaccia ad una leggenda secondo cui alcuni contadini avrebbero visto l'immagine della Madonna tra i rami di una quercia secolare. Colpito dal racconto dei contadini, il feudatario Principe Mirelli ordinò la realizzazione di una Cappella dedicata alla Madonna, che trovandosi nel bosco, venne denominata "Madonna della Foresta. Alla morte del Principe Francesco Maria Mirelli, avvenuta il 1 maggio 1857, la consorte Carolina Pignatelli Cerchiara ed il figlio Giuseppe Maria fecero seppellire il defunto nella Cappella, a quel tempo di proprietà della famiglia feudataria, ciò che spiega la presenza del suo stemma in pietra. Nel mese di maggio, di domenica, la Cappella è meta di pellegrinaggio. All'interno, si segnalano l'altare con la statua lignea della Madonna della Foresta ed una peculiare acquasantiera in pietra, sorretta da una mano in pietra che fuoriesce dalle pareti.

Cappella di S. Michele Arcangelo

Nessun dubbio che la fede per S. Michele Arcangelo sia stata introdotta dai Longobardi verso il VII secolo, per personificazione delle loro divinità della guerra con l'Arcangelo munito di spada. Sin da allora, o al massimo nel seguente VIII secolo, nella località Torre esisteva una Cappella intitolata al Santo. Probabilmente colpita in maniera più o meno grave da alcuni terremoti, e certamente da quello tremendo del 990 (e forse da quello del 1185), si rese necessaria la ricostruzione durante la dominazione sveva. In assenza di notizie per i secoli immediatamente successivi, arriviamo al 1777, data di istituzione della Confraternita del Purgatorio o Pio Monte dei Morti presso la Cappella. Diruta per eventi diversi, nel 1900, il Lunedì in Albis, venne iniziata la costruzione della nuova Cappella di S. Michele, per la cui realizzazione ci vollero ben dieci anni, e, fortunatamente, il terremoto del 1910 intervenuto a costruzione appena ultimata, non fece danni. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, eccettuati i giorni di festa dedicati a S. Michele (9 maggio e 29 settembre), S. Giovanni Battista (24 giugno) e la Vergine del Carmelo (16 luglio), la chiesetta rimaneva chiusa, finchè, nel 1969, si procedette alla demolizione, essendo stata ritenuta la struttura pericolante.

Chiesa S. Pietro

Le Chiesa di S. Pietro venne edificata in tempi assai lontani, extra moenia, visto che rappresentava il cuore religioso di un Casale di Calitri. L'espansione dell'abitato la raggiunse e l'assorbì nel XIV secolo. Di certo, ancora vi si celebravano le messe al principio del XVIII secolo. Oggi non più esistente, la Chiesa era situata laddove anticamente sorgeva la Porta del Pozzo e, più o meno, dove oggi si trova il Vico S. Pietro e l'antico Ospizio ("Sp'tal").

Chiesa S. Nicola alla Posterla

Eretta nel XVI secolo, per iniziativa del ricco Antonio Gatto e danneggiata dai terremoti, venne riparata e ricostruita. Vi si celebrarono le messe fino al principio del XIX secolo. Oggi, la struttura funge da deposito e ben poco è ricollegabile alla struttura riedificata, probabilmente la sola porta in legno.

Chiesa di Sant'Antuono

Visitata dal Cardinale Alfonso Gesualdo nel 1565, quando era corredata da sette altari, la Chiesa era già esistente da tempo, visto che dovrebbe essere stata eretta tra il XIV ed il XV secolo. Il terribile terremoto del 1694 la rase al suolo. Sulle rovine di tale edificio, extra moenia, ma in prossimità delle mura di Calitri, grazie al finanziamento della famiglia Natale, nel 1739, venne edificata la Chiesa dedicata a Sant'Antuono (Sant'Antonio Abate), di dimensioni minori rispetto alla precedente. Il deperimento della struttura e successivi sismi imposero l'effettuazione di ulteriori interventi di riparazione o ricostruzione, il che spiega perchè sul portale d'ingresso in pietra si legga la data 1914. All'interno, oltre all'altare dedicato a S. Antuono, risalente alla ricostruzione del 1739, è possibile ammirare diverse statue, dedicate oltre allo stesso S. Antuono, a S. Anna ed allla Vergine bambina, alla Madonna delle Grazie, a S. Agnese, a S. Gerardo Maiella. Inoltre, si segnalano un dipinto della Madonna e S. Nicola di Bari (XVIII secolo), uno raffigurante Gesù Cristo nell’orto di Getzemani ed un altro relativo a S. Michele.

Chiesa di Sant'Antonio da Padova

La tesi secondo cui la Chiesa di S. Antonio da Padova sarebbe stata edificata nel 1638 è smentita da una lapide che insiste sulla facciata dell'edificio religioso, dove si legge che tale chiesa venne dedicata a S. Antonio da Padova nel 1608 dal Frate Giuseppe Gaudianelli, e venne ceduta all'Universitas nel 1635. Distrutta dal tremendo terremoto del 1694, venne ricostruita successivamente, più o meno come oggi appare. Ha subito un recente restauro ed è corredata da un piccolo campanile. Al posto del vecchio portale, troviamo quello proveniente dalla Cappella di S. Rocco, che era ubicata nel Corso Matteotti. All'interno, segnaliamo un dipinto che ritrae S. Antonio da Padova. Oggi, la Chiesa è nascosta da una strada sopraelevata, che raggiunge il livello della volta.

Chiesa del Calvario

Secondo la tradizione, un membro della famiglia Gervasi di ritorno dalla Terra Santa, avrebbe portato con sè a Calitri un piccolo pezzo della Croce di Gesù Cristo. La Chiesetta del Calvario sarebbe stata edificata proprio per custodire tale preziosissimo reperto religioso. L'attuale ubicazione della facciata, risale al 1910, quando, a seguito dei lavori di ristrutturazione per riparare i danni del terremoto, si decise di spostarla dalla parete meridionale a quella settentrionale. L'edificio religioso del Calvario si trova nei pressi della Chiesa di S. Bernardino e si raggiunge salendo le piccole scale che si inerpicano lungo il Calvario, inteso come altura. La Chiesa del Calvario è il terminale della Via Crucis (Venerdì Santo), che prende le mosse dalla Chiesa dell'Immacolata Concezione e qui giunge dopo aver attraversato le strade del centro storico.

Chiesa di Santa Sofia e Convento di S. Sebastiano

Al termine del XV secolo, venne costruita la Chiesa dedicata a S. Sofia a cui venne annesso il Convento di S. Sebastiano. Si trovava ai piedi del Castrum Calitri (lato meridionale) e dell'Ospizio ("Sp'tal"), dove si trova la strada "r' pier'", la cui denominazione scaturì dal fatto che si trovava all'inizio dell'insediamento urbano. La struttura, dapprima affidata ai Padri dell'Ordine di S. Francesco d'Assisi, passò ad altre Congregazioni religiose, finchè essendo ormai diruta, nel 1688, fu abbandonata.

Chiesa della Madonna delle Grazie

Il tremendo terremoto del 1694 determinò il crollo della Chiesa di S. Maria alla Ripa (o ad Ripam), che venne sostituita dalla Chiesa di S. Maria delle Grazie, per intervento del nuovo feudatario, Francesco Mirelli, nipote ed omonimo del feudatario defunto sotto le macerie. Nel 1866, si dovette nuovamente procedere alla ricostruzione della Chiesa, nuovamente distrutta dal terremoto del 23 novembre 1980.

Chiesa di S. Maria alla Ripa

Nota anche come S. Maria ad Ripam, essendo stata edificata nel XIII secolo in prossimità del Castrum Calitri, era più conosciuta come S. Maria ad castrum. Il tremendo terremoto del 1694 l'atterrò completamente, ed al suo posto venne edificata la Chiesa della Madonna delle Grazie.

Chiesa di S. Rocco

Edificata nel XV secolo, in prossimità della Torre di Nanno ed ancora utilizzata per le cerimonie religiose al principio del XIX secolo, non è più visibile, visto che venne assorbita dalle costruzioni del Corso Matteotti.

Chiesa di Santa Lucia

Venne eretta alla fine del XVI secolo, verso il 1580. A partire dal XVIII secolo, nel piccolo edificio religioso sono conservate due statue dedicate a S. Lucia, di diversa dimensione ed epoca, una delle quali, ogni 31 agosto viene portata in processione per le strade di Calitri. Il 13 dicembre, invece, molti fedeli affluiscono presso la Chiesa per assistere alla celebrazione pomeridiana della messa. Successivamente, dopo un'estrazione di premi, è possibile vedere dei fuochi d'artificio, ma anche il bel panorama della parte più interessante del centro storico di Calitri.

Chiesa di S. Maria dei Santi

Al di là del fiume Ofanto, nell'attuale territorio del Comune di Rapone, si trova la chiesetta di S. Maria dei Santi. L'originaria struttura venne fondata da S. Guglielmo da Vercelli nel 1131 (lo stesso che fondò il Monastero di Montevergine), che si avvalse dell'aiuto dell'allora Signore di Calitri, Gionata Balvano (o Balbano).
Era ben tenuta fino al XVI secolo, quando ancora venivano officiate le messe nel mese di maggio ed i fedeli Calitrani la raggiungevano nei giorni di festa (cosa che fanno ancora oggi), come risulta dalla Sacra Visita del cardinale Alfonso Gesualdo del 1565, gradualmente decadde fino a divenire diruta. Il piccolo edificio religioso che oggi si può vedere, una struttura sorta qualche secolo dopo.

Chiesa dell'Assunta

Si tratta di un edificio religioso recente, essendo stato inaugurato nel 1953, per interessamento di Salvatore Scoca. Si trova in prossimità della stazione di Calitri.

Chiesa di S. Maria in Elce

La Chiesa di S. Maria in Elce, di cui restano pochi malandati ruderi, e che in tale stato si trovava sin dall'inizio del XX secolo, trae il suo nome dalle piante di elce (anticamente dette elici), nome della quercia detta più comunemente "Leccio". Gli Iconoclasti (da parole greche che significano icona, immagine e rompere), conformemente all'etimologia della parola, avversavano il culto delle immagini sacre, distruggendole (726-842). Stando alla tradizione, i fedeli calitrani utilizzarono proprio un bosco di elci per nascondere una statua della Madonna ed evitarne la distruzione. Superato tale periodo nero, venne eretto un piccolo edificio religioso dedicato alla Madonna, che per quanto detto si disse "in Elce". Tale Chiesa attrasse i contadini che vivevano nei paraggi, che vi si raccolsero costruendo le loro abitazioni, che vennero protette da un muro contro gli assalti di bande di saccheggiatori e dei Saraceni: ciò spiega anche le alternative dizioni di "Castello dell'Abbazia" o "Castello di S. Maria in Elce". I Gesualdo, Signori di Calitri per oltre tre secoli, divennero proprietari della Chiesa nel XVI secolo, che andò ai feudatari Mirelli nel 1676. Nota come "Abbazia r’ frabb’ca" alla data del 1734, successivamente divenne Masseria. Nel 1868 i Mirelli la cedettero a Giuseppe Tozzoli.

Cappella di S. Gaetano

In località Serre, nei pressi della Masseria Berrilli, nei pressi di una splendida fontana del 1851, si trova la Cappella di S. Gaetano, dove, fino a mezzo secolo fa, veniva celebrata la messa ogni 7 agosto.

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