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Storia

Monteverde vanta origini antichissime, suffragate da testimonianze archeologiche. Su uno dei tre colli su cui si erge Monteverde, il Serro dell'Incoronata, sono ravvisabili delle mura risalenti al IV-III secolo A.C., che proteggevano un insediamento. Taluni studiosi in passato, tesero ad identificare tale sito in Cominio Cento, anche se nessuno ha mai saputo dire dove esattamente tale insediamento si trovasse: c'è chi lo identifica con l'attuale Cerreto Sannita, chi lo colloca nell'area delimitata dai Comuni di Flumeri, Villanova del Battista e Zungoli. Ad ogni modo, Monteverde venne fondata in un'area frequentata sin dal Neolitico.

La successiva presenza dei Romani è testimoniata non solo dai resti di un ponte, appunto romano, noto come "Ponte Pietra dell'Oglio", ma anche dai ripetuti ritrovamenti nel territorio di Monteverde di preziosi oggetti d'arte romana, antiche armature, monete romane e reperti provenienti dalle colonie greche, che, stando a quanto ci hanno detto in loco, sarebbero custodite presso il Municipio.

Il borgo sorse nel Medioevo. La sua esistenza venne indicata da un documento di epoca longobarda, dove risulta quale "Castrum Montis Viridis". Il paese godette in passato di sicura notorietà, tanto che venne citato da Cluverio (De ant. Italiae), dal Ciarlatan nella "Storia dei Popoli Irpini", da Ughellio (DalI'talia Sacra, tomo VI), nella quale ultima opera si legge che nel 1160 il feudatario di Monteverde era Goffredo, Conte di Andria. Monteverde rientrava nel Mandamento di Cisterna, ora distrutta, unitamente a Cedogna (ora Lacedonia) e la Rocca (ora Rocchetta Sant'Antonio). Tale Mandamento inviò alla Crociata di quel tempo, sessanta uomini tra fanti e cavalieri, capitanati da Dudon di Conza. Sempre dal testo di Ughellio si sa che sempre dal 1160, Monteverde fu elevata a Sede vescovile, che mantenne fino al 1531, quando Clemente VII la fuse in quella Arcivescovile di Nazareth, con sede in Barletta, il cui titolare assunse il titolo di "Arcivescovo di Nazareth, Canne e Monteverde" (secondo altre fonti, la soppressione della Sede vescovile fu molto posteriore, dopo la caduta di Napoleone, nel 1818). II Vescovo di Monteverde prese parte al Concilio Lateranese.

Nel 1513, il feudatario era Ferdinando Orsini, Duca di Gravina, che fu dichiarato "Fellone dello Stato". Ed essendosi suo figlio Ferrante ribellato a Carlo V, Monteverde, nel 1528, andò al Principe d'Orange, poi, ad Onorato ed Agostino Grimaldi, Principe di Monaco, anch'essi dichiarati "Felloni dello Stato", nel 1690: i loro feudi di Monteverde, andarono in fitto al Marchese Caracciolo di Bella, Principe di San Buono e, dopo cinque anni, passarono al Regio Fisco, che nel 1695, li vendette a Sangermano Giacinto Jeronimo, Vescovo di Nusco ed a Sangermano Michele, che divenne Barone di Monteverde, prendendo possesso del Castello posto alla sommità dell'abitato).

Nel 1694, un tremendo terremoto colpì duramente Monteverde.

La lapide che si trova sulle pareti esterne della chiesa di Sant'Antonio, dedicata al Professor Federico Bocchetti, che fu clinico e tisiologo illustre Monteverde diede i natali al beato Giordano ed Arcivescovo di Conza, Antonio Buglione ed al Professor Federico Bocchetti, che come si legge sulla lapide mostrata dall'immagine sulla sinistra, che si trova sulla facciata della Chiesa di S. Antonio, fu clinico illustre, Professore nella Università di Roma, volontario di ogni guerra, scomparve sul fronte russo il 29 dicembre 1942.

Infine, riportiamo una curiosità statistica riportata nel numero di Settembre 2005 dell'informatore parrocchiale "Comunità in Comunione", che abbiamo trovato nella Cattedrale: nel corso del tempo, esaminando i registri di Battesimo, si scopre che, come accade in tutte le comunità parrocchiali, in alcuni periodi, vi è stata la prevalenza di alcuni nomi su altri. Ad esempio, tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo, alle bambine si attribuiva in prevalenza il nome "Filomena" (ben 7 su 10).

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