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Storia

Le sorgenti, i fiumi, le colline ed i monti hanno determinato la storia di Vallata.

Diversi ritrovamenti archeologici dimostrano come l'area fosse abitata sin dalla preistoria da Hirpini di lingua osca. Se i primi gruppi si stanziarono nelle vicinanze delle sorgenti, di cui il territorio era ricco, è anche vero che a valle del paese si trova una necropoli risalente a tale periodo: vasi ed anfore di terracotta, monete d'oro e d'argento, capitelli scolpiti, lucerne fittili.

Tuttavia, i ritrovamenti più significativi, rinvenuti in diversi siti, risalgono all'epoca romana. In contrada Mezzana Perazze, presso la casa colonica Manfurro, si trova un capitello a base quadrata, sulle cui facce furono scolpite a bassorilievo, figure di animali. In Contrada Padula, al Piano delle Rose vennero rinvenute delle anfore romane. A Macchialvino furono ritrovati molti cocci, da far ritenere che vi fosse una fabbrica di terracotta.

A seguito delle invasioni barbariche, ragioni di sicurezza e di difesa indussero le popolazioni locali a spostarsi sulla collina, di difficile accesso. Tale trasloco avvenne secondo alcuni in epoca longobarda, secondo altri in quella bizantina.

Non vi è concordanza nemmeno in merito all'origine del nome "Vallata". Alcuni, seguendo la logica, ritengono che il nome derivi dall'ubicazione geografica del paese, posto dominio e difesa delle due valli sottostanti del Calaggio e dell'Ufita. Altri (De Paola) riconnette il nome del paese a "Ballatam", italianizzato in Vallata.

Fra tante incertezze, una certezza è legata alla prima citazione del paese, che avvenne in un documento del 1120, a firma di Pandolfo di Vallata.

Le truppe germaniche di Marcovaldo saccheggiarono ed incendiarono Vallata nel nel 1199.

Al tempo dei Normanni fu feudo della Baronia dei Vico. Vallata nel 1275, sotto gli Angioini, divenne proprietà di Johannes de Vallata. Successivamente, fu donata da Roberto D'Angiò alla consorte Sancha e, nel 1343, venne ceduta a Raimondo Del Balzo.

II 6 maggio del 1496, durante le guerre tra Angioini ed Aragonesi, si combattè la battaglia di Chianchone proprio nel borgo. Le truppe del Marchese di Mantova, Francesco Gonzaga, non solo saccheggiarono il borgo, ma uccisero più di 250 persone.

Tra i vari feudatari che si sono succeduti nel tempo, oltre ai già ricordati Del Balzo, citiamo, i Del Tufo, e nel XVIII secolo, gli Orsini di Gravina di Puglia, ultimi Signori di Vallata.

Vallata, al pari di tanti altri Comuni dell'Irpinia in generale e della Baronia in particolare, nella prima parte della seconda metà del XIX secolo patì il fenomeno del brigantaggio. La cruenta reazione delle truppe regolari si concluse con la cattura dei briganti e la loro fucilazione, avvenuta alle spalle della Chiesa di S. Vito in data 17 novembre 1861.

Ricordiamo, infine, che anticamente, Vallata era protetta da mura difensive, con ai vertici le quattro porte dette del Tiglio, del Torello, del Piano e di Mezzo.

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