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Storia

Il territorio di Morra venne stabilmente abitato da tempi remoti, già tra il IX ed il VI secolo A. C.. Infatti, nella località "Chianu Cirasulu" (Piano Cerasuolo), nel 1985, furono scoperte ben diciotto tombe, che rivestono estrema importanza, essendo tra le più antiche tombe Hirpine scoperte. Tali tombe, infatti, contengono corredi funebri e ceramiche con decorazioni rappresentate da teste di lupo (lupo = hirpus in lingua osca parlata dagli Hirpini). In località Laganzana vennero ritrovati altri reperti archeologici di epoca preromana, mentre in Contrada Selvapiana gli Hirpini edificarono un loro insediamento.

I reperti di epoca successiva, romana, vennero alla luce nella già citata località Selvapiana, a Feudo, a Bosco Nuovo ed a Piano Tivoli. In tale epoca, una strada dalla Via Appia attraversava le Contrade Papaloia, Montecastello e Selvapiana, superando con un ponte il fiume Ofanto, giungendo fino a Conza.

Il vero e proprio borgo, però, risale al tempo della dominazione Longobarda, quando l'abitato si aggregò attorno al fortilizio del IX secolo, che presidiava il confine tra i Principati longobardi di Benevento e Salerno, quando Morra faceva parte del Gastaldato di Conza. La strategica posizione del fortilizio longobardo, fu la causa dei continui attacchi durante le guerre contro i Normanni ed i Saraceni.

Dalla dominazione normanna fino al 1385 Morra fu soggetta alla Signoria dell'omonima famiglia feudataria, sotto cui vide il suo territorio ampliarsi notevolmente. Al principio del XIII secolo, il feudo di Morra, oltre terre in Cilento e nel Vulture, includeva Teora, Sant'Angelo dei Lombardi, Calabritto, Caposele, Lioni, Vallata e Frigento (dove ancora oggi dei ruderi di una fortezza sono denominati "Pesco di Morra"). Sempre nel XIII secolo sembra che sia scomparso (forse distrutto?) il castello di Castiglione di Morra, situato lungo la strada romana che raggiungeva l'Ofanto, di cui abbiamo parlato in precedenza.

Il feudo di Morra, andato agli Zurlo ed ai Caracciolo, tornò ai Morra, nel 1618 (che lo tennero fino al 1806, data di abolizione dei diritti feudali).

La vera e propria crescita del paese si ebbe tra il XVI ed il XVII secolo, nonostante nel frattempo su Morra si fosse abbattuto il flagello della peste del 1656: l'invocata protezione da parte di San Rocco, consentì ai Morresi di uscire indenni dalla pestilenza, che devoti, gli dedicarono la Festa del 23 agosto.

Chiamata Morra Irpina fino al 1937, mutò la denominazione in Morra De Sanctis, in onore del suo figlio più celebre, Francesco de Sanctis (1817-1883), patriota, letterato e politico, a cui sono dedicati una piazza ed il busto in bronzo (opera di Raffaele Belliazzi).

E' disputato se il paese irpino abbia dato i natali anche a Giacomino Pugliese, il noto poeta della Scuola Siciliana, il cui vero sarebbe stato Giacomo Morra, Principe di Morra.

Molti furono gli esponenti importanti della famiglia feudataria de Morra (o de Mora), come il generale normanno Roberto (XII secolo), il Cardinale Alberto (divenuto Papa Gregorio VIII nel 1187), il Cardinale Pietro (principio XIII secolo), Arrigo Pugliese, Vicerè di Sicilia al tempo di Federico II di Svevia, Giacomo Pugliese (figlio del precedente Arrigo), soldato e poeta, la poetessa Isabella (XVI secolo), il Vescovo Giovan Battista (Vescovo di Isola nel 1645), Lucio, Arcivescovo di Otranto (principio XVII secolo), l'Arcidiacono Vincenzo Maria, che scrisse "Le rovine di Foggia penitente (1734), il latinista Nicola Del Buono (1772-1844), bibliotecario della Reggia di Portici, il latinista Carlo Maria De Sanctis (1840) che gestì una celebre scuola napoletana, il Vescovo di Gravina Nicola Cicirelli (1709-1790), il Vescovo di Lari Domenico Lombardi (1766-1821), il Padre missionario (in Albania) Stefano Buscetto (1724-1780), il Padre missionario (in Palestina) Vincenzo Sapia (1797-1898).

Nacquero a pure a Morra gli otto patrioti coinvolti nei moti capeggiati da Morelli e Silvati el 1820-1821, esiliati dal Re Ferdinando: Vincenzo Rossi, Rocco Pugliese, Giuseppe Maria De Sanctis, Giovanni Di Pietro, Giuseppe Cicirelli, Diego Di Pietro, Luigi Sarni.

La lapide dedicata a Suor Maria Gargani Altri noti personaggi morresi furono Giovanni Andrea Molinari, capitano della Guardia Nazionale durante il tempo del Brigantaggio, il capitano Domenico Donatelli Donatelli (1830-1898), che si distinse nella guerra di Crimea e nella difesa di Venezia, Padre Pasquale Del Buono (1782-1842) Superiore dell'Uditore in Palermo, morto in odore di santità, Suor Maria Gargani (1892-1973), che fondò l'Ordine delle Apostole del Sacro Cuore, in via di beatificazione ed a cui si riferisce l'immagine sulla sinistra, che mostra la lapide intitolata alla suora, il poeta locale ottocentesco Pietro Lombardi.

Come tantissimi paesi dell'Irpinia, Morra fu colpita ripetutamente da drammatici terremoti, di cui funesta memoria si ha di quelli del 1456, 1694 e del 1980. Il tremendo terremoto del 23 novembre 1980 atterrò il 70% degli edifici ed uccise 42 persone.

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