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Storia

Se l'Archeologia ha confermato la presenza di popolazioni stanziali in Irpinia, il passaggio tra Storia e Preistoria, segnato dalla presenza di fonti scritte, vide l'affermazione della presenza degli Hirpini che parteciparono alle Guerre Sannitiche e sostennero sia Pirro che Annibale durante le loro discese in Italia.

La caduta dell'Impero Romano d'Occidente (476) vide l'arrivo dei barbari, che distrussero tutto ciò che incontrarono lungo il loro cammino,

Dominio bizantino, longobardo, normanno, svevo, angioino ed infine spagnolo (Borbone), sia pure con alti e bassi, l'Irpinia rifiorì, come dimostrano i numerosi castelli e torri distribuiti su tutto il territorio, nonchè l'architettura religiosa, con le chiese, i conventi, i santuari, i monasteri, le abbazie, presenti dovunque, a conferma dell'intensità della vita religiosa in Irpinia, nonchè le numerose fontane disseminate lungo le strade ed i centri urbani, a testimonianza dell'imporanza dell'Irpinia come luogo di transito. La descrizione e le immagini di tali monumenti sono riportate nell'ambito delle pagine web di Irpinia.info dedicate ai singoli Comuni dell'Irpinia.

Volendo trovare una data particolarmente significativa per la storia dell'Irpinia, questa dovrebbe essere individuata nel 1284, anno in cui gli Angioini crearono il Principato Ultra o Ulteriore, perchè collocato "oltre" le dorsali delle "serre" di Montoro, per distinguerla dal Principato Citra o Citeriore.

Geograficamente, il Principato Ultra presentava la peculiarità di essere la sola tra le 12 Province del Regno di Napoli a non affacciarsi sul mare.

L'isolamento suindicato, unito all'importanza dell'enclave apostolica di Benevento (i cui confini vennero definiti da Clemente VI nel 1354), che oscurava il Principato Ultra, probabilmente, furono causa di errori di identificazione di questa terra.

Essa, infatti, venne a lungo confusa con la Terra beneventana (Provintia di Principato Ultra della valle beneventana), o fatta confluire in altre terre (Puglia, Abruzzi, Terra di Lavoro, Principato Citra, Capitanata, Contado del Molise), o addirittura ignorata (Trattato di Granada dell'11 novembre 1500, nonostante Francia e Spagna vi avessero duramente combattuto).

La divisione in principati, ducati, contee e baronie durò fino al 1806, data dell'abolizione del Feudalesimo. L'Irpinia partecipò ai moti insurrezionali del 1820-1821 ed al Risorgimento, finchè il 1861 segnò la sua annessione nel Regno d'Italia.

Non va, infine, dimenticato, che nella lunga storia dell'Irpinia, Avellino assunse un ruolo centrale soltanto a partire dall'8 agosto 1806, quando divenne capoluogo.

In precedenza, poichè solo a partire dal XVIII secolo si diffuse l'abitudine di indicare negli atti pubblici il capoluogo di Provincia, non vi è certezza circa quale fosse la situazione.

Se si eccettua un evento transitorio, la sottrazione dell'enclave beneventana alla giurisdizione ecclesiastica (regno di Alfonso I d'Aragona, 1442-1458), che fece di Benevento il capoluogo del Principato Ultra, la norma fu quella di una disputa tra le cittadine irpine per "autoattribuirsi" il rango di capoluogo.

Tale si riteneva Solofra, a ragione di un maggiore sviluppo economico e del numero di abitanti, e lo stesso faceva Ariano. Ma rifacendosi ad una cartina geografica dello Stigliola del 1611, sembrerebbe che l'ambito "status" spettasse a Monfefusco (segnalata con una corona sopra il nome), e tale dovrebbe essere stata la sua condizione sin dal 1581.